Anche coach Lavarini ci fa gli auguri di Natale

Anche Stefano Lavarini, allenatore dell’Igor Novara, ha fatto gli auguri a giocatrici e tecnici del Volley 2.0 nell’incontro virtuale organizzato per i saluti natalizi. Non potendo allestire la tradizionale festa, la società cremasca ha organizzato un webinar a cui hanno partecipato un centinaio di persone. Dopo gli auguri ed i saluti del presidente Paolo Stabilini la serata, durata oltre due ore, è stata animata dal botta e risposta tra Lavarini (già tecnico di Bergamo e Minas, in Brasile, ed attualmente ct della nazionale della Corea del Sud) e le giocatrici del Volley 2.0 che gli hanno fatto domande su temi pallavolistici ma anche extra palestra. Un’amichevole chiacchierata in cui il tecnico non ha avuto timori a sbilanciarsi su questioni tecniche ma anche personali appassionando chi lo stava ascoltando.
L’incontro è stato reso possibile dall’amicizia che lega Lavarini all’allenatore della squadra di B2, Matteo Moschetti. I due si sono conosciuti durante un torneo giovanile e hanno lavorato assieme a Bergamo per una stagione e durante il collegamento non sono mancate le attestazioni di rispetto reciproco.
Tante le risposte date da Stefano Lavarini alle domande:
“Quella di andare in Brasile è stata una scelta che mi ha dato tanto a livello personale, mi ha fatto uscire dalla mia zona di confort. Ancora più impegnativa l’esperienza con la Corea dove bisogna confrontarsi con usi e pensieri molto diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati”.
“Le mie partite della vita? La gioia più grande è stata la conquista dello scudetto giovanile a Chieri, ero giovanissimo e l’emozione era amplificata. Poi la coppa Italia con Bergamo, primo torneo tra i “grandi”, e i successi in Brasile. Ogni vittoria ha avuto un sapore diverso”.
“La vita dell’allenatore è ricca di sacrifici, anche sul piano dei rapporti umani. Per arrivare a certi livelli bisogna sacrificare qualcosa, il volley a certi livelli impegna veramente tanto”.
“Le giocatrici non vanno trattate tutte allo stesso modo, c’è un approccio giusto per ognuno e bisogna conoscere le atlete per capirlo e fare rendere al meglio tutta la squadra. Con tutte però io garantisco onestà, che è un mio principio imprescindibile”.
“Le qualità indispensabili all’allenatore? Dipende dalla categoria in cui deve allenare, ma onestà, sacrificio e conoscenza non possono mancare”.
“Errori di cui mi sono pentito? Niente di clamoroso, ma c’è sempre qualcosa che potrebbe essere fatto meglio. Sono orgoglioso di aver sempre fatto quello che volevo senza subire le pressioni esterne che sono molte”.
A chiudere l’incontro gli interventi di saluto, tra gli altri, del presidente Fipav Cremona-Lodi Marco Spozio.